La produzione dell’artigianato tradizionale e tipico in Umbria è ancora oggi molto diffusa, tanto che è facile imbattersi in botteghe di artigiani o piccoli e grandi laboratori in cui l’artigiano lavora a mano i suoi prodotti. Si tratta di oggetti in ferro battuto, di tessuti lavorati e ricamati a mano, di mobili sapientemente restaurati, di gioielli minuziosamente cesellati e lavorati secondo disegni unici e originali.

Lavorazione della Ceramica

La produzione di ceramiche, lungo un arco di tempo che dal XIII secolo giunge fino ai giorni nostri, è probabilmente il settore più emblematico e significativo di attività artigiana della regione umbra, per il suo valore culturale e storico-artistico, per la sostanziale continuità, per la molteplicità dei centri impegnati, e per il suo rilievo economico, per il numero degli addetti, per l’ampiezza della sua diffusione.
I centri della regione che sono stati fondamentali nella produzione d’arte tradizionale sono quelli di Deruta, Gualdo Tadino, Gubbio e Orvieto. Da non dimenticare inoltre la ceramica artistica di Umbertide, che si contraddistingue per l’applicazione del nero fratta che dà suggestivi riflessi metallici, mentre a Città di Castello sono le decorazioni araldiche e i rilievi a connotare la produzione locale.
La produzione di ceramica in Umbria è un fenomeno che si è diffuso capillarmente, poiché la maggioranza dei comuni umbri sono stati interessati, nella loro storia, da varie attività produttive. Si hanno, infatti, esempi di centri dove oggi è esaurita ogni lavorazione ma che in passato hanno conosciuto, insieme con una consistente produzione di terrecotte e laterizi, l’attività di laboratori di maiolica.

Merletto dell’isola maggiore

Il merletto a “pizzo d’irlanda” o “pizzo d’isola” utilizza una tecnica nata nei monasteri irlandesi nella metà del XIX, la quale con l’uso dell’uncinetto imita il metodo di lavorazione dei merletti realizzati ad ago o a fuselli.
Questo tipo di merletto è caratterizzato prevalentemente da motivi floreali, come ad esempio rose o stelle sia di forma quadrata che rotonda, da foglie, grappoli d’uva e trifogli, uniti insieme da una rete molto fitta e sottile.
Fu la Marchesa Elena Guglielmi ad introdurre ad Isola Maggiore questo tipo di lavorazione, creando nel 1904 una scuola per insegnare la tecnica del merletto alle figlie dei pescatori dell’isola. Diede incarico, infatti, ad un’abile artigiana irlandese di insegnare quest’arte alle donne del luogo le quali, tuttora, spesso sedute sull’uscio di casa, con estrema abilità creano centrotavola, tovaglie, inserti per lenzuola.
Il locale Museo del Merletto, situato a Isola Maggiore, documenta la storia di questa lavorazione con l’esposizione di lavori e di strumenti che, dal 1904, hanno segnato la storia di questa attività.

Lavorazione dei Tessuti

La lavorazione dei tessuti si pratica in Umbria fin dal XII secolo. Ha subìto l’influenza della tradizione francese e in particolare degli arazzieri di Lilla e di Giacomo Bergierès, che esprimono alcune forme tipiche di Perugia, come i tessuti di alcune Manifatture e la famosa “tovaglia perugina”, tessuta a “occhio di pernice”, in lino bianco con fasce blu, in uso sacro o profano, riconoscibilissima in alcuni dipinti duecenteschi, conservati nei musei e nelle chiese umbre. La lavorazione di questi tessuti, divenuti nel tempo famosissimi sia in Italia che in tutta Europa, si ispira alla cultura medio-orientale e si esprime con motivi e decorazioni geometriche, figure umane, o animali e frasi augurali. Oggi il revival delle tecniche e dei modelli medievali e rinascimentali, si traduce nella ripresa della tessitura manuale, ci sono ancora artigiani che utilizzano antichissimi telai di legno, rispettando rigorosamente la tradizione nelle tecniche, nel disegno, e nel colore. A Perugia esiste la produzione del tessuto “fiamma di Perugia”, a Città di Castello e ad Assisi la ripresa del punto rinascimentale a doppia croce detto “Punto Assisi”, nell’Isola Maggiore del Lago Trasimeno e nel laboratorio dell’Ars Panicalensis, il merletto rifiorisce come lavorazione all’uncinetto, denominata “pizzo d’Irlanda” e Orvieto invece si fregia della superba produzione della Ars Wetana, particolare tipo di merletto irlandese, famosissimo in tutto il mondo. Oggi esistono fabbriche che hanno storia secolare e sono presenti sul mercato con una produzione artigianale ricchissima e di gran pregio.

Lavorazione del legno

Nonostante i nomi degli artisti del legno tra il XV e il XVII secolo siano ignoti i loro lavori sono arrivati fino a noi, un chiaro esempio è il coro ligneo  del XVI secolo della chiesa di San Pietro a Perugia. Altri esempi giunti fino a noi sono i bauli nuziali con i loro intarsi unici ed intricati. La lavorazione del legno in Umbria è divisa in due categorie: l’intaglio di oggetti quotidiani della vita contadina e la creazione di oggetti decorativi per le chiese e i palazzi nobiliari. Oggi questa arte riguarda soprattutto il restauro e la produzione di oggetti d’arredo d’epoca. I maggiori centro dediti alla lavorazione del legno sono Città di Castello, Gubbio,Assisi, Perugia e Todi. Inoltre c’è un’università d’intaglio a Gubbio e la scuola Lutherie ad Orvieto.

Ferro Battuto

La lavorazione artigianale del ferro battuto è diffusa in tutta l’Umbria, dove ci sono ancora oggi numerose botteghe artigiane dedite alla lavorazione del ferro battuto per la creazione di lampadari, inferriate, alari, oggetti artistici e di decoro.
Risale al Medioevo e nelle chiese e in palazzi storici si possono ammirare opere realizzate in ferro battuto tanti secoli fa come la cancellata in ferro battuto del 1496-1511 della cappella di San Bernardino e della cappella del Gonfalone di San Francesco nel Duomo di Perugia oppure la cancellata della Cappella Vitelli nella chiesa di San Francesco a Città di Castello. Anche a Montone, borgo in provincia di Perugia, ancora oggi è fiorente l’attività di maestri forgiatori, mentre la località di Preci (in provincia di Perugia) era in passato rinomata per la realizzazione di ferri chirurgici, e a Villamarina, nel comune perugino di Sellano, è ancora oggi presente la lavorazione del ferro battuto per la realizzazione di lime e raspe.